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Trattamento dei capelli con PRP (Plasma arricchito ad alta concentrazione piastrinica)

La soluzione più moderna contro calvizie e diradamenti si chiama PRP , ed è una tecnica che, per restituire alle chiome il passato splendore, sfrutta i fattori di crescita presenti naturalmente nelle piastrine del sangue.

 

PRP HP Guarneri

La tecnica PRP  sta per “Platelet Rich Plasma”, vale a dire terapia dei capelli con plasma arricchito di piastrine.

Si tratta, quindi, di una tecnica medica, curativa, che rientra nel campo della medicina rigenerativa: infatti si fonda sul principio secondo il quale le cellule staminali presenti nel bulbo del capello sono dotate di recettori per i fattori di crescita.Poiché il sangue contiene molte piastrine, cellule a loro volta ricchissime di fattori di crescita che hanno la funzione di auto-riparare il corpo, viene utilizzato il sangue stesso del paziente, opportunamente lavorato con un macchinario, una centrifuga, che separa le componenti del sangue, proprio per ottenere un composto ricco di piastrine.

I fattori di crescita presenti nelle piastrine sono così in grado di stimolare le staminali dei bulbi piliferi ancora presenti, ma silenti o sofferenti, a produrre il capello. Una metodica analoga è già applicata da tempo anche in campo odontoiatrico per favorire, attraverso questi sangue ricco di fattori di crescita, la ricrescita dell’osso attorno agli impianti, ma anche in campo ortopedico e dermatologico.

Per uomini e donne, nessuno escluso
La nuova tecnica contro le calvizie è indicata nell’alopecia androgenetica, sia maschile (interessa l’85% degli uomini) sia femminile (colpisce il 50% delle donne in menopausa e un elevato numero di donne in età fertile affette, per esempio, da sindrome ovaio policistico).
L’alopecia androgenetica è caratterizzata da una caduta di capelli lenta e quasi impercettibile, soprattutto su fronte, tempie e zona superiore del capo, dovuta principalmente all’azione degli ormoni androgeni, soprattutto il testosterone (presente anche nell’organismo femminile) che è trasformato da un enzima in un’altra sostanza (il diidrotestosterone) che provoca un’eccessiva produzione di sebo che soffoca i bulbi piliferi, atrofizzandoli gradualmente e impedendo loro di produrre altri capelli.
La tecnica è efficace in tutti gli stadi della calvizie su base androgenetica, è comunque consigliabile non aspettare di avere un’area totalmente calva, ma trattare quando sono presenti diradamenti e miniaturizzazione dei fusti capillari.
La procedura PRP viene impiegata anche nei casi di alopecia areata a chiazze, una forma di calvizie dalle cause non chiare (si ipotizza un’origine psicogena oppure autoimmune), caratterizzata dalla caduta dei capelli a ciocche. Anche in questa forma, più precocemente si inizia la terapia e migliori sono i risultati.
Ma in questa affezione il/la paziente si accorge del problema quando si manifesta la “chiazza” glabra, non avviene un diradamento progressivo come nell’androgenetica.
La nuova soluzione si applica, infine, anche nei soggetti già sottoposti ad autotrapianto di bulbi del follicolo pilifero, per favorire un più veloce e maggiore attecchimento dei bulbi impiantati, stimolare la crescita di eventuali bulbi silenti, migliorando il risultato chirurgico, e favorire una più rapida guarigione della cute sottoposta a trapianto.

 

PRP HP Guarneri
L’esecuzione

La PRP è una tecnica ambulatoriale che richiede circa 30-45 minuti. Non servono particolari esami preparatori, ma se si hanno problemi della coagulazione o della funzionalità epatica è sempre consigliabile effettuare una valutazione preliminare dei parametri di laboratorio.

Si comincia con il prelievo di sangue: come per un normale esame ematochimico, si prelevano 60-70 ml di sangue venoso.

Le provette vengono immesse in una centrifuga che, in pochi minuti, separa le componenti del sangue e permette di ottenere una massa gelatinosa malleabile, il plasma ricco di piastrine (PRP), fonte di fattori di crescita (presenti all’interno delle piastrine).

Il concentrato di piastrine ottenuto viene aspirato dalle provette in una siringa, pronto per essere iniettato.L’area diradata viene quindi anestetizzata localmente. Il medico specialista, stimola il cuoio capelluto con un roller, dispositivo a forma di rullo alla cui sommità sono poste micro-punte sottilissime e miniaturizzate, in grado di esercitare una lieve abrasione dello scalpo, per favorire l’attivazione dei fattori di crescita del capello.

Il concentrato di piastrine viene quindi iniettato con aghi molto sottili nel cuoio capelluto, e poi si procede ad un massaggio che ne favorisca la distribuzione. Il paziente può ritornare immediatamente alle consuetudinarie attività socio-lavorative.

I risultati

La ricrescita dei capelli comincia a comparire dopo 1-2 mesi dalla prima sedute e raggiunge il culmine dopo sei mesi. Per potenziare ulteriormente il risultato, nei casi di diradamenti più seri, si ripete la procedura dopo 2-3 mesi. In genere, poi, si esegue una seduta di “richiamo” una volta l’anno.

La tecnica è sicura, se effettuata da un medico, perché si utilizza il sangue proprio, quindi senza rischi di rigetto, allergie o incompatibilità, e lo stesso sangue non entra mai in contatto con l’ambiente esterno o con il medico e quindi non può essere contaminato: il prelievo avviene con provette sterili e monouso, nelle quali il sangue viene centrifugato e dalle quale è aspirato, sempre con siringhe monouso, per le iniezioni.La centrifugazione stessa non modifica o altera le componenti del sangue, ma semplicemente le separa.

Naturalmente è importante che il medico che effettua la PRP  sia esperto nella metodica. Ancor più determinante, la pregressa diagnosi della natura di alopecia. Non si può dimenticare che il buon esito di ogni terapia presuppone il corretto inquadramento diagnostico.

Esistono infatti cadute di capelli e diradamenti che hanno all’origine carenze nutrizionali, stati disendocrini (malattie di ghiandole come tiroide, surreni, ovaio), alterazioni psicogene (caduta da stress, tricotillomania).

Ovviamente anche per queste forme, esistono terapie mirate, in grado di assicurare ottimi recuperi, ma come sempre, in medicina, l’occhio “clinico” del professionista crea le basi per il successo della terapia.